Catalogo 55 - Natale 2022

È uscito il nostro catalogo di Natale. 100 le edizioni rare selezionate — alcune rintracciate qui per la prima volta — che coprono un arco temporale che va dal Settecento agli anni settanta del Novecento.

Potete leggere qui le pagine del CATALOGO 55 oppure ordinare una copia cartacea cliccando QUI.
 
Di seguito qualche anticipazione di ciò che troverete all’interno della pubblicazione.

Grandi rarità del Settecento

Cominciamo con le leggendarie edizioni delle «Rime» e del «Principe» di Vittorio Alfieri stampate a Kehl, la cui avvincente storia editoriale è ricostruita dall’autore stesso nelle pagine della sua «Vita».

«Mi sono fortunatamente capitate alle mani alcune opere di Vittorio Alfieri da Asti, le quali per essere ignorate oggimai, e pressoché irreperibili, quantunque io m’abbia rifrugate tutte le librerie anche de’ paesi esteri, ho creduto di riprodurle con le stampe [...]» («L’editore a chi legge», in «Opere varie filosofico-politiche in prosa e in versi», Parigi, Presso Gio. Claudio Molini, Librajo, 1800, tomo I, p. III).

Importante e preziosa anche la lettera che Alfieri scrive alla sorella Giulia a cui fanno da sfondo i grandi rivolgimenti della storia italiana di quel periodo e lo spirito indipendente dell’autore.

Seguono due edizioni di grande rarità, entrambe di Vincenzo Monti: “La bellezza dell’universo” con una bella dedica autografa dell’autore e l’eccezionale esemplare, il primo fino ad oggi conosciuto, della prima edizione di “Al signor di Montgolfier”.
 

Grandi rarità dell’Ottocento

Apriamo con la mitica prima edizione dei “Canti” di Giacomo Leopardi conservata nell’originale “cartoncino alla bodoniana”.
 

«Sia dedicato a voi questo libro, dove io cercava, come si cerca spesso colla poesia, di consacrare il mio dolore, e col quale al presente (né posso già dirlo senza lacrime) prendo comiato dalle lettere e dagli studi » (Leopardi, “Agli amici suoi di Toscana”).

Segue una parata delle più importanti e rare edizioni di un altro classico dell’Ottocento: “Myricae” di Giovanni Pascoli, aperta dalla princeps, la plaquette per le nozze Gelmi-Marcovigi.
 

 
Continuiamo con la rarissima prima edizione della “Giacinta” di Luigi Capuana, romanzo d’esordio dell’autore, in un esemplare che conserva entrambi i piatti della copertina originale.
 

 
E poi un ritrovamento eccezionale: la prima versione a stampa, conosciuta in quest’unico esemplare, di “La caccia al lupo” di Giovanni Verga, pregiata dalla dedica autografa al fratello Mario e da numerosi interventi correttori di mano dello stesso autore.
 
 

Graphic design

Molti i pezzi che afferiscono al mondo del graphic design del Novecento. Si va dall’atto di nascita del celebre Studio Boggeri, “L’uovo di colombo”, che è protagonista, in un’elaborazione grafica, della copertina del nostro catalogo, al capolavoro del fotomontaggio di uno dei grafici della squadra di Boggeri: Eriberto Carboni con il suo libro-strenna “SNIA VISCOSA”.

«L’uovo di Colombo è l’espressione semplice e universale della trovata pubblicitaria»
 

E poi due libri “monstre” di Fortunato Depero: il libro imbullonato in un esemplare nella rara variante con il frontespizio in rosso e oro, pregiato da bella dedica autografa di Depero;

a cui segue “I Dopolavoro Aziendali in Italia”, l’eccezionale libro gigante pubblicato per i tipi di De Agostini dietro sovvenzione dell’Opera Nazionale Balilla.

Degli stessi anni due opere che appartengono al mondo dei libri per l’infanzia e che mettono in luce le modalità in cui il fascismo comunicava ai più piccoli: “Italia dall’A alla Z” di Carlo Vittorio Testi e Vincenzo Fraschetti e “Una favola vera” di Federico Hardouin di Belmonte con le illustrazioni di Anna Maria Tommasini.

Di mitica rarità la “Tavolozza di possibilità tipografiche” di Bruno Munari, in un esemplare completo dell’introvabile busta editoriale e “L’altalena”, iconico libro d’artista di Enzo Mari.

Copie speciali del Novecento letterario

Si comincia con l’eccezionale copia di lavoro del “Guanciale” di Luigi Bartolini, ricca di interventi dell’autore, e poi “Fuochi in novembre” con la bella dedica a tema “jazzistico” dell’autore Attilio Bertolucci.
Unica anche la copia di “La canzone paziente” di Giuseppe Antonio Borgese, appartenuta al critico letterario e studioso Achille Pellizzari, e pregiata da molti interventi autografi, tra cui alcuni versi inediti.

Seguono alcune importanti varianti anche per quanto concerne le legature. Decorata con carta composta a mano nel laboratorio di Ardengo Soffici, è la copertina di “L’inaugurazione della primavera” di Corrado Govoni, emissione limitata e di pregio di una delle più importanti raccolte poetiche dell’autore.
Tre le copie del mitico “Notturno” di Gabriele D’Annunzio: una nella variante con copertina in pelle magenta, la seconda in pelle avana e la terza in pelle nera.

 
Importanti gli esordi letterari: i quattro saggi di erudizione storico-artistica ferrarese di Filippo De Pisis, pubblicati in altrettante plaquette edite a proprie spese presso la Tipografia Bresciani di Ferrara, e la rarissima opera prima di Folgore, “Hora prima” anche in questo caso pubblicata a spese dell’autore.
E poi l’esordio di Luigi Pirandello, il “Mal giocondo” in una copia che conserva la copertina originale in brossura.

«E solo ad oblïare
entro ne l’onda fredda,
ad obliare il mal triste di vivere,
mentre il volgo trïonfa e il culto muore
de la bellezza eterna,
divin nostro ideale» («Romanzi» IV).

Chiudiamo con i rarissimi Scerbanenco della sigla editoriale S.A.C.S.E. (Società anonima composizione scrittura editore) di Milano con cui lo scrittore pubblica tra 1941 e 1942 cinque romanzi nella collana «Il romanzo tascabile»: volumetti in formato trentaduesimo, oggi rarissimi.